Alle 21 è arrivato il momento LIMP BIZKIT del carismatico Fred Durst col solito cappello rosso e l’insolita maglietta dei Faith no More! Lanciati dai Korn nel 1994 sono tornati dopo alcuni anni di assenza e cambi di line-up, con la formazione originale che vede il coloratissimo Wes Borland alla chitarra. Davvero un bel tuffo nel passato, Jhon Otto e Sam Rivers non hanno perso un colpo e la scaletta, che ha toccato tutta la loro carriera, è stata uno spettacolo. In più la faccia di Benna commosso ad ogni inizio di canzone e distrutto ad ogni finale, valeva il biglietto!!
Nonostante l’ottima prova dei 5 di Jacksonvill, il tempo sembra essersi fermato non appena si sono srotolati i tendaggi che costituivano la coreografia “teatrale” dei FAITH NO MORE.
Personalmente è una delle band, il cui ritorno sulle scene mi mancava di più, e a giudicare dall’atmosfera del Palasharp non ero l’unico.
Il concerto inizia alle 23:00 spaccate con un eleganza talmente fuori luogo dopo una giornata del genere che tutto è parso trasformarsi.
Già dai primi tocchi di Bottum sulla tastiera è stata spazzata via l’idea che fossero bolliti e nonostante i segni del tempo (soprattutto sui lunghissimi dread imbiancati del grandissimo Mike Bordin) al primo vocalizzo di Mike Patton la folla è scoppiata in un applauso: il tempo non scalfisce la classe, anzi la rafforza!
In bilico tra la voglia di scatenarsi e la voglia di estraniarsi per gustarsi cotanto spettacolo, le canzoni si sono snocciolate tra i tanti piccoli intramezzi divertenti offerti da Patton, nel suo Italiano talmente perfetto da poter essere storpiato e canzonato. Tantissime chicche, la versione in Italiano di Evidence presentata come fosse ad America Idol, i siparietti con Bordin (chiamato segaiolo del ca..o, e bersagliato con l’acqua), i dispetti fatti alla sicurezza e le tantissime battute più o meno condite da parolacce di ogni tipo.
Ma quello che vale oro è rivedere sul palco una band che ha tracciato le basi del crossover, della sperimentazione più azzardata, con canzoni che fanno parte della storia della musica e che a distanza di vent’anni sono dannatamente moderne, forse ancora troppo avanti per molti!
Patton è una, se non La, più bella voce del genere, capace di tutto e lo ha dimostrato con progetti al limite dalla comprensione (Mr.Bungle; Fantomas), ma con i FNM raggiunge l’apice, almeno personalmente. Bordin, da batterista, resta uno dei miei idoli, ha personalità da vendere e un tocco che nessuna tecnica o studio può pareggiare, così come il condensato di ritmica e melodia creata da Hudson, Gould e Bottum, capaci di sottolineare tutte le sfumature e le stravaganze di un “pazzo” come Patton.
Grandissimi dunque, uno dei migliori concerti della mia vita, un momento che resta e la grande soddisfazione personale di aver visto un altro pilastro della musica che amo.
4 commenti:
vorrei solo far presente che ho dovuto rianimare Berta un paio di volte... ma ne siamo usciti vivi e supersoddisfatti!!! XD
MAMMA MIA CHE SPETTACOLO!!!!!! è stato il concerto + bello ed emozionante che abbia mai visto nella mia vita!!!!STO ANCORA GODENDO!!!!!grazie anche ad una SUPER-COMBRICOLA che mi ha accompagnato...e grazie mille Ciaki...chiedo scusa x il disturbo, ma ero troppo goduto!!!!
grande rece! hai visto che mi sono iscritto al blog, e ho ADDIRITTURA letto un post???
Grande Carlo!! ADESSO HO LE PROVE!! Ora mi attendo un tuo post!! Coi tuoi tempi non perdo la speranza fino al Natale 2012!!!
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